La calcolosi renale o nefrolitiasi è una condizione clinica caratterizzata dalla formazione di precipitati nel rene, inquadrata all’interno delle calcolosi delle vie urinarie. Quando è determinata da cristalli di dimensioni molto ridotte prende il nome di renella, formata soprattutto da urati e fosfati. È una patologia più frequente nel sesso maschile che femminile, può essere sintomatica o meno ed ha una maggiore incidenza nei Paesi con temperature più elevate. Nei soggetti predisposti gli aggregati possono formare calcoli di varie forme e dimensioni, per alterazione di quel delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale. I reni, infatti, da un lato devono risparmiare acqua, dall’altro eliminare sostanze di vario genere scarsamente solubili, continuamente sottoposti a un dinamico adattamento alle variazioni di idratazione, dieta, clima, terapia farmacologica e attività fisica. Il 40% dei calcoli sono costituiti da ossalato di calcio, il 15% da fosfato di calcio, altri sono di composizione mista, compresi gli aggregati di acido urico e di fosfato ammonio-magnesiaco. In condizioni fisiologiche la formazione di calcoli non si verifica facilmente grazie alla presenza nelle urine di alcune sostanze che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione dei sali, e di altre che legano il calcio in complessi solubili. Purtroppo questi meccanismi non sempre sono efficaci, soprattutto quando i composti insolubili sono superiori al livello di tollerabilità organica.
Oltre a tendenze ereditarie, che sembrerebbero favorire questa patologia nei soggetti predisposti, incidono anche improprie abitudini alimentari ed errati stili di vita. Numerosi studi segnalano l’aumento del rischio negli individui che svolgono lavori sedentari, con scarsa attività motoria. All’opposto, l’esperienza clinica dimostra che anche un’impropria attività sportiva con frequente concentrazione dell’urina secondaria ad eccessive sudorazioni e scarsa assunzione di liquidi e di acqua di vegetazione, favorisce la precipitazione e cristallizzazione dei sali minerali nel bacinetto renale.
Uno dei più inflazionati consigli raccomandati ai soggetti a rischio di calcolosi renale è quello di bere molta acqua. Tale consiglio, invece, non ha alcuna utilità pratica, potendo rivelarsi addirittura controproducente sia per la inevitabile precipitazione del residuo fisso dell’acqua assunta in assenza di sete, sia per la riduzione del peso specifico delle urine e per l’innalzamento del loro pH urinario, che facilita l’aggregazione dei sali. Molto più efficace è uno stile alimentare che preveda l’uso costante di verdure e frutta cruda, ricca di acqua di vegetazione, l’unica che realmente agevoli la funzione renale. Un carico idrico con funzione di “lavaggio” delle vie urinarie ha senso solo “una tantum” quando sia in corso l’eliminazione di renella e microcalcoli. In questo caso sarà preferibile preparare una soluzione di camomilla e limone senza zucchero, da assumere in modo graduale durante il giorno, nella quantità massima di uno o due litri.
Uno dei rimedi della tradizione popolare, che conserva tutto il suo potenziale preventivo nei confronti della tendenza alla calcolosi è quello di assumere ogni giorno uno o due bicchieri di acqua e limone, sempre senza aggiunta di zucchero. Tale rimedio sarà sufficiente solo se si assocerà un’alimentazione di stimolo dei metabolismi organici che garantisca un fisiologico pH acido dell’urina, senza eccessi di determinati cibi come la carne rossa (nei casi di calcoli di urati o fosfo-ammonico-magnesiaci), i formaggi stagionati e le verdure ricche di ossalati (nel caso di calcoli di ossalato e fosfato di calcio).
Nella composizione dei pasti si dovranno preferire le verdure appartenenti alla famiglia delle “Cicoriae”, i vegetali crudi ricchi di acqua di vegetazione e proporre la cipolla in tutte le modalità di utilizzo, grazie al potere di questa “Liliacea” di contrastare le precipitazioni cristalline in tutti i distretti del corpo, comprese le vie urinarie.
Uno degli accorgimenti fondamentali in caso di coliche renali recidivanti sarà quello di ridurre drasticamente tutti gli zuccheri semplici, compresa la frutta ad elevato indice glicemico, in quanto si potrebbe verificare un aumento della carica batterica urinaria con rischio di infezione renale retrograda.
Uno degli accorgimenti fondamentali in caso di coliche renali recidivanti sarà quello di ridurre drasticamente tutti gli zuccheri semplici, compresa la frutta ad elevato indice glicemico, in quanto si potrebbe verificare un aumento della carica batterica urinaria con rischio di infezione renale retrograda.