Nonostante i grandi progressi della Medicina, le patologie cardiovascolari costituiscono ancora una delle più frequenti cause di morte nei Paesi occidentali. In associazione all’indispensabile terapia farmacologica, i cardiologi raccomandano l’astinenza dal fumo e dall’alcol, svolgimento di attività fisica e controllo del peso corporeo. Pur riconoscendo un ruolo fondamentale all’alimentazione, di solito i consigli si limitano all’esclusione della carne rossa, dei lipidi saturi e del sale, con la generica indicazione di consumare frutta e verdura.
In realtà è proprio l’alimentazione che, se ben programmata, può rivelarsi determinante per agire in sinergia con la terapia farmacologica in atto mentre, se non vengono considerate le conseguenze organiche dei cibi impiegati nella composizione dei pasti, può anche vanificarne in parte gli effetti.
In questo paragrafo si tracceranno solo delle linee guida generali per pazienti cardiologici, con una particolare attenzione alla prevenzione nei soggetti predisposti. Da segnalare come numerosi studi statistici evidenzino gli indubbi vantaggi per l’apparato cardio-circolatorio, e non solo, della cosiddetta “dieta mediterranea”, di cui finalmente è possibile comprendere alcuni aspetti alla luce delle attuali conoscenze di biochimica e fisiologia.
1 – Il regolare impiego dell’olio extravergine d’oliva per i condimenti e per le cotture soffritte e fritte, oltre ad apportare una quota significativa di vitamina E e polifenoli, contribuirà a diminuire il carico glicemico dei pasti, rallentando l’assorbimento intestinale degli zuccheri. Tale effetto sarà utile per rendere costante e più prolungato nel tempo il tasso di glucosio nel sangue, in modo da garantire stabilmente l’energia per l’attività contrattile del cuore, che potrebbe invece essere disturbato da pasti troppo ricchi di zuccheri, con rischio di iperinsulinismo e secondaria ipoglicemia.
2 – La necessaria quota proteica dovrà essere garantita attingendo in parte alle proteine vegetali come quelle dei legumi, al pesce, alle uova e, in quantità moderata, ai formaggi e alla carne, con particolare attenzione a quella rossa, più ricca di scorie azotate. Quest’ultima, affaticando la funzione renale, può ripercuotersi negativamente sul cuore, tanto che se ne raccomanda l’assunzione saltuaria, sempre in associazione con frutta e verdure diuretiche e ricche di acqua di vegetazione, unica quota liquida di reale utilità per il rene.
3 – Una preoccupazione costante dei cardiologi è quella di mantenere fluido il tessuto ematico, con prescrizione di farmaci adeguati. Tale azione però può essere contrastata dall’impiego frequente di alimenti pro-coagulanti come i formaggi, oppure ricchi di vitamina C (arancia, kiwi, etc.) e vitamina K biodisponibile (carota, zucca, albicocca, pesca gialla e alcune crucifere come verza, cavolfiore e cavolo cappuccio quando sono soffritti).
4 – Insieme alla fluidità del sangue sarà necessario agevolare la microcircolazione capillare, dove avvengono gli scambi tra tessuti e sangue. Oltre ad alimenti specifici come tutti i frutti di bosco, la melagrana e le fragole, sarà utile mantenere nei limiti fisiologici la quota di colesterolo e di lipidi circolanti con opportuni accorgimenti nutrizionali, per i quali si rimanda al relativo paragrafo. Si segnala l’utilità delle noci, da assumere nella quantità di 3-4 al giorno, in quanto fonte preziosa di Omega-3 e di acidi grassi polinsaturi come l’acido alfa-linoleico, che aiutano a diminuire il rischio di malattie cardiache, ictus, diabete, obesità e cancro. Ben conosciuti e consigliati dagli stessi cardiologi sono i benefici effetti del vino rosso, purché di ottima qualità e in quantità moderate.
5 – Un aspetto non secondario nella gestione nutrizionale di questi pazienti è quello della sedazione neuro-psichica. Le patologie cardiologiche sono spesso fonte di ansia, preoccupazione e tensione nervosa, con aumento del tono adrenergico ortosimpatico, di per sé pericoloso per il cuore. Saranno scelti alimenti e associazioni neuro-sedative soprattutto nel pasto serale, in modo da favorire il sonno e il recupero energetico notturno. Nello stesso tempo saranno controindicati tutti i cibi in grado di aumentare l’eccitabilità neuro-psichica e potenzialmente di disturbo per la regolarità del ritmo cardiaco.
6 – L’attività bioelettrica del muscolo cardiaco dipende dall’integrità anatomica del sistema nervoso e dal giusto equilibrio di ioni sodio, potassio e calcio. Il loro apporto sarà garantito da un’alimentazione improntata sulla conoscenza del contenuto nutrizionale dei cibi e della giusta alternanza degli stessi. La raccomandazione di ridurre o escludere il sale dalla dieta, soprattutto in caso di ipertensione arteriosa, non sempre comporta un reale vantaggio per il paziente. Molto più utile è la riduzione sia degli alimenti antidiuretici, fra i quali quelli ricchi di ossalati come bieta e spinaci, che di associazioni con troppe verdure di cui ognuna apporterà una quota di sali, come brodi e minestroni.