Pesci
Acciughe, bianchetti e sardine – Definita anche sarda, la sardina è il pesce azzurro per antonomasia del Mediterraneo e le sue carni sono tenere e gustose. Le larve, ancora più apprezzate della sardina stessa, vengono denominate bianchetti o giunchetti. In questo pesce sono presenti notevoli quantità di proteine ad elevato valore biologico, nonché sali minerali, soprattutto potassio, iodio, calcio, ferro e fosforo.
Simile alla sardina, ma di forma più allungata, anche l’acciuga rientra nella categoria del pesce azzurro e si nutre di crostacei e/o di pesci. Una caratteristica comune a sarde ed acciughe consiste nel fatto che le scaglie si staccano facilmente già durante l’operazione di pesca. Se questo non avviene, diventa molto dubbio il reale stato di freschezza del prodotto. Dal punto di vista nutrizionale, l’acciuga si distingue dagli altri pesci per il suo contenuto in calcio, ferro, iodio, zinco, proteine e vitamina A.
Cefalo – Chiamato anche “muggine”, il cefalo è presente lungo le coste degli oceani Indiano, Pacifico e Atlantico. In Europa si trova dalla foce della Loira fino al Mar Caspio, nonché nelle acque costiere italiane. Le uova della femmina, tolte dal pesce lasciando intatta la membrana, lavate, salate, pressate, seccate al sole e poi racchiuse in un involucro di paraffina, costituiscono la specialità chiamata “bottarga”. Il cefalo, come la trota, si presta molto bene all’allevamento e richiede acque molto ricche di ossigeno, fresche e limpide. Viene considerato un pesce semigrasso con un elevato quantitativo proteico. Le sue carni sono facilmente digeribili, grazie alla presenza di uno scarso tessuto connettivo. Inoltre, per il considerevole contenuto in lisina, aminoacido indispensabile per la crescita, l’assunzione della carne di cefalo è indicata nei periodi di accrescimento.
Dentice – Appartiene alla famiglia degli Sparidi, che comprende circa 100 specie di pesci ritrovabili prevalentemente nei mari tropicali e temperati, anche se non mancano quelli tipici dei mari freddi. Il più noto è il dentice “comune”, che raggiunge la lunghezza di un metro ed un peso di 12 chilogrammi circa. Vive lungo le coste rocciose e sui fondali sabbiosi, ad una profondità di circa 30 m. Esso è un abile predatore e cattura pesci di piccolissima e media taglia, soprattutto i latterini.
Il colore del dentice varia secondo l’età. Per esempio, la macchia nerastra in vicinanza delle pinne pettorali tende a sparire poco dopo la morte. I giovani adulti hanno dorso azzurro-acciaio e fianchi argentei, mentre gli esemplari molto grossi possono assumere un colore rossastro.
Latterini – Sono pesci piccoli, molto delicati, lunghi fino a 15 cm, con corpo e capo rivestiti completamente di squame. Alcuni sono prevalentemente marini e costieri, altri di acque dolci. Si nutrono di plancton e vivono in gruppi per periodi anche lunghi nello stesso posto, non lontano dalla superficie. I latterini che popolano i nostri mari presentano uova con lunghe appendici filiformi mediante le quali si attaccano alla vegetazione.
Merluzzo, baccalà e stoccafisso – Il merluzzo è un pesce onnivoro, che vive nelle acque fredde e salate dell’emisfero settentrionale. Quello dell’Atlantico è il più grande di tutti e ha le carni più bianche, mentre quello del Pacifico lo si ritrova lungo il territorio dell’Alaska, dove la corrente calda giapponese incontra la corrente artica. Un merluzzo femmina, della lunghezza di un metro, può produrre, in occasione di ogni deposizione, tre milioni di uova. Se la femmina è più lunga di venticinque centimetri, il numero delle uova può arrivare a nove milioni. Un merluzzo adulto vive dai venti ai trent’anni, con un tasso di fecondità che viene determinato più dall’età che dalle dimensioni. La produzione di questa enorme quantità di uova dipende dal fatto che poche riusciranno a raggiungere la maturità, in quanto vengono distrutte dal movimento del mare, o mangiate da altre specie.
La carne del merluzzo ha un ridotto contenuto lipidico e possiede un’elevata percentuale di iodio e di proteine, queste ultime inferiori solo a quelle del tonno. Le uova, ricche di fosforo, vengono consumate non solo fresche, ma anche essiccate. Dal merluzzo, infine, si ricava il baccalà (merluzzo salato), lo stoccafisso (merluzzo essiccato) e l’olio di fegato, altamente apprezzato per il suo contenuto vitaminico.
Il baccalà apparve in Italia prima sulle mense degli aristocratici e poi su quelle dei poveri. Fino a non molto tempo fa esso si otteneva dal merluzzo mediante un processo di salatura naturale al sole. Attualmente il metodo più utilizzato è la salatura del pesce disidratato artificialmente. Lo stoccafisso, infine, è un derivato del merluzzo sottoposto a procedura di essiccazione. Con entrambi i prodotti, dopo averli fatti rinvenire in acqua per 24-48 ore, si apporta all’organismo una significativa quota di vitamina D.
Nasello – A differenza del merluzzo, il nasello può raggiungere una lunghezza media non superiore al mezzo metro. Queste due specie ittiche, pur avendo carni molli e delicate con masse muscolari poco compatte, si contraddistinguono per la loro buona conservabilità, anche se l’aspetto esteriore denuncia spesso la loro poca resistenza ai traumi ambientali. La parte che si deteriora più facilmente è quella a contatto con l’apparato digerente in quanto, contenendo abbondante materiale ingerito, può essere fonte di decomposizione trasmissibile per contiguità alla muscolatura adiacente.
Orata e spigola – L’orata, pesce molto pregiato, presenta una macchia dorata su ogni guancia ed un’altra a forma di mezza luna al centro degli occhi. La spigola, conosciuta anche come branzino o lupo di mare, ha invece, un colore più argenteo, il dorso è più scuro, il ventre è bianco. Entrambe sono ricche di iodio e fosforo, ma anche di proteine e di lipidi ad elevato valore biologico. Molto diffuse in commercio quelle di acquicoltura, con un costo notevolmente inferiore rispetto a quelle di mare aperto, le migliori per essere sfilettate e consumate crude come carpaccio.
Pesce spada – Il pesce spada è diffuso in tutti i mari tropicali e temperati del mondo. Esso ha una forma molto caratteristica, inconfondibile: presenta, infatti, “una spada” tagliente posta sulla parte superiore del muso e dei denti rudimentali. Vive principalmente isolato, è agilissimo, molto veloce e temibile per la sua spada, in quanto capace di trafiggere le piccole imbarcazioni.
Per valutare la conservabilità del pesce spada è necessario sia palparlo per apprezzarne la consistenza, che esaminarne l’occhio. Ma il dato più interessante è la spada: nel pesce fresco essa presenta una macchia più o meno intensamente rossa e sfumata, che si allunga verso la punta e si attenua poi con il tempo, mentre la carne dovrà avere un colore roseo, tipo carne di vitello. Inoltre, rispetto al tonno, con il quale condivide numerose proprietà nutrizionali, il pesce spada possiede un contenuto in sangue inferiore, colorito più chiaro dei tessuti ed una maggiore conservabilità. Reperibile anche affumicato, per il suo notevole contenuto lipidico, esso si presta per essere cotto alla piastra.
Salmone e trote – Appartenenti alla famiglia dei Salmonidi, il salmone e diversi tipi di trota, si ritrovano in tutto l’emisfero settentrionale e comprendono forme migratrici, che depongono le uova nelle acque dolci, ma trascorrono un periodo più lungo nel mare, e forme sedentarie, che vivono l’intera vita nei laghi e nei fiumi. Nel periodo della riproduzione, i salmoni adulti, grassi e in buone condizioni, lasciano il mare e risalgono i fiumi. A loro volta, i giovani salmoni, una volta raggiunta la lunghezza di 10-20 cm, migrano nuovamente verso il mare, dopo un periodo di adattamento alla foce del fiume. La loro crescita è lenta in acqua dolce e rapidissima in mare, tanto che raggiungono il mezzo metro di lunghezza già dopo un anno di permanenza in mare aperto.
Attualmente, la forma di salmone più commercializzata è quella conservata in scatola al naturale, cioè bollita, o affumicata, ma non è infrequente reperire in commercio anche quello fresco, sia pure di allevamento. Per essere considerato eccellente, il salmone affumicato deve essere lievemente salato e non deve perdere il sapore spontaneo di pesce. Il colore deve essere roseo e non arancione, la polpa morbida ed asciutta. Dal punto di vista nutrizionale, esso dispone di un’elevata quantità di proteine, ma soprattutto di lipidi. Degno di nota è anche il suo contenuto in fosforo e calcio.
A volte è difficile distinguere il salmone dalla trota, che ha un grande corpo con un peduncolo caudale ed una testa più ottusa. Essa è molto apprezzata per le carni magre, saporite e sode, non fibrose, che non sanno mai di fango, proprio perché vive in acque correnti e limpide. La trota è un tipico ospite delle acque ricche di ossigeno, fresche, pulite ed abbondanti, e si adatta a bacini non molto estesi, grazie al suo particolare stomaco che gli consente di assimilare bene anche il cibo artificiale. Per quest’ultimo motivo, la trota rappresenta una delle specie ittiche più adatta per l’allevamento, a condizione che sia organizzato e gestito nel miglior modo possibile. Infatti, l’elevata qualità di questo pesce è garantita anche dalla sua estrema sensibilità all’inquinamento delle acque, sensibilità che ne ha consigliato perfino l’uso come test di ittiotossicità. Nella carne della trota si ritrova un rapporto ideale tra acidi grassi saturi e polinsaturi ed una bassa concentrazione di colesterolo.
Sarago – Detto anche sparaglione, esso ha un corpo ovale appuntito, una colorazione grigio-brunastra nel dorso, argentea sui fianchi e più chiara nel ventre. Lo si ritrova lungo le coste rocciose, dove vive in piccoli gruppi, anche insieme a specie di altri generi. Durante l’alta marea, il sarago va alla ricerca di scogli su cui trovare molluschi. Ricco di proteine e lipidi, questo pesce dispone anche di una discreta quantità di iodio e di calcio.
Sgombro – Lo sgombro è un pesce oceanico, vive in gruppi e compie migrazioni lunghissime. Si ritrova nelle acque superficiali ed ha una rilevante importanza economica, infatti è oggetto di pesca a livello industriale e artigianale. Durante il periodo riproduttivo esso digiuna per nutrirsi poi abbondantemente di sardine e di crostacei planctonici che ingerisce facendo passare l’acqua attraverso i filtri branchiali. La carne di sgombro è ricca di grassi e, nell’accezione popolare, è anche conosciuto col nome di “maccarello”.
Storione – Si tratta di un pesce marino che presenta una caratteristica insolita: uno scheletro in parte osseo ed in parte cartilagineo. La carne è ottima, anche se non molto ricercata sul mercato, con una buona percentuale di grassi monoinsaturi, fosforo, potassio, niacina e proteine. Invece, le uova di storione (anche note come caviale “beluga”) sono da molti considerate un cibo pregiato con uno spiccato potere energizzante, in virtù della notevole percentuale di sodio, fosforo, ferro, calcio, colesterolo e proteine.
Tonno – Il tonno, comune nelle acque italiane, ha carni ricche di lipidi, gustose e utilizzabili cotte o anche crude, tanto che, per i Giapponesi, esso rappresenta un ingrediente indispensabile per la preparazione del sushi. Il contenuto nutrizionale del tonno, ricco di vitamine A, D e B, nonché di fosforo, ferro e selenio, variano a seconda della specie, dell’età, del sesso e della stagione. Il maggior cambiamento avviene prima o dopo la stagione riproduttiva, soprattutto per quanto riguarda la percentuale dei lipidi. Oltre a quello da consumare fresco, il tonno e anche adatto per la conservazione. Quello sott’olio contiene il 31% di proteine ad elevato valore biologico, percentuale superiore a quello della stessa carne bovina, anche se si presta a numerose contraffazioni. Quando si apre la scatola, la carne deve apparire di colore rosa intenso-rosa chiaro, deve emanare un odore delicato e gradevole e l’olio che lo ricopre deve essere limpido. Inoltre, non deve presentare sbriciolature, ma deve essere un trancio di pezzatura uniforme. Soprattutto, non si devono avvertire sapori anomali, punte di amaro o stopposità.